Apriamo la nuova rubrica "STORIE" con un ricordo di Giovanni Tringali su una persona che può essere considerato uno dei pionieri dello sci e della fotografia etnea: Salvatore Tomarchio, classe 1922, appassionato sciatore che il 5 Dicembre 2009 purtroppo ci ha lasciato. Salvatore Tomarchio, una vita sull'Etna, una preziosa eredità di immagini. Il 6 maggio 1922 nasceva a Zafferano Salvatore Tomarchio. Sicuramente durante la sua infanzia dovette essere molto colpito dagli spettacoli naturali che offriva il vulcano sia quando innevato rifletteva il radioso sole delle belle giornate siciliane, sia quando dava sfogo alla sua prorompente energia liberata nelle sue spettacolari manifestazioni eruttive che, in quanto tali, meritavano di essere Immortalate in fotografia. La sua passione di fissare sulla carte la realtà che lo circondava iniziò molto precocemente e già a 7 anni cominciò a fotografare con una macchina a soffietto Kodak avuta in regalo. Era l'Inizio di una carriera di successi dato che in qualità di fotografo eccezionale insegnò per l'appunto fotografia all'Accademia delle Belle Arti di Catania dal 1970 al 1989. Tuttavia le foto della lava fino al 1950 erano grigie e non rendevano le sensazioni della visione reale, ma con l'avvento del colore tutto cambiò e le fotografie delle eruzioni etnee tra cui quella iniziata il 25 novembre 1950 divennero testimoni di uno spettacolo che incute terrore ma allo stesso tempo affascina. Era un frequentatore assiduo dell'Etna quando le cime del vulcano si conquistavano con sudore e fatica muscolare e non comodamente con la funivia o con i motori degli impianti di risalita come avviene oggi. In una di queste escursioni l'8 dicembre 1942 Salvatore, insieme ad altri 4 compagni, scampò per miracolo alla morte nell'osservatorio distrutto dall'eruzione iniziata il 5 aprile del 1971. Infatti a causa delle esalazioni di ossido di carbonio sprigionatesi da un fuoco che avevano acceso per riscaldarsi rimasero tutti intossicati. Purtroppo per uno di loro, Alfio Leotta non ci fu nulla da fare e questa disgrazia segnò molto Salvatore...e dopo quella disgrazia nulla fu come prima. L'Etna è il vulcano dalle forti emozioni ed è forse per questo che Salvatore Tomarchio partendo di buon mattino affrontava la salita con in spalla sci lunghi 2.20 metri dal peso di quasi 20 chilogrammi ... se non c'è passione queste sfacchinate sono inconcepibili! tanta fatica per godere di pochi minuti di discesa con il vento gelido che ti avvolge facendoti sentire l'ebbrezza della velocità ed una sensazione di immensa libertà. Quando ti fermi ti senti pienamente appagato e ripagato per le fatiche della salita e pensi alla nuova escursione. Gli appassionati dell'Etna amano la montagna e le forti emozioni che talora ci regala il vulcano con le sue manifestazioni parossistiche e quando si indossano gli scarponi per salire sulle alture dove domina il deserto vulcanico si avverte una sensazione difficile da descrivere. Certamente le tante volte che Salvatore ha calzato gli scarponi per salire sull'Etna avvertiva queste sensazioni che lasciava fissate sulla pellicola fotografica. In una di queste foto dai colori antichi si vede Salvatore Tomarchio nella Valle del Bove com'era una volta, con il gran cratere com'era una volta, con il fondovalle erboso come era una volta. Oggi tutto è cambiato, al posto dell'erba la sciara, al posto dei fumo il cratere di Nord-Est e al posto di Salvatore ...purtroppo solo il ricordo. Infatti, il 5 dicembre 2009 il fotografo della lava non partiìper le solite escursioni ma per il viaggio dal quale non si ritorna più. Lascia in eredità al figlio Giovanni la sua arte fotografica che ne fa una professione di eccellenza e dalle artistiche riprese di Giovanni Tomarchio trasmesse dalla RAI hanno potuto osservare le spettacolari eruzioni etnee persone che mai sono stati in Sicilia... una preziosa eredità di spettacolari immagini! Credo che questo sia uno dei più bei regali che ci ha fatto Salvatore Tomarchio, magnificamente interpretato dall'abilità e professionalità di Giovanni. I pesanti scarponi di Salvatore non lasciano più impronte sulla neve come quelle di tanti appassionati che adesso ci mancano quando li ricordiamo nella spensieratezza delle escursioni o nei momenti di allegria delle pause di riposo. La sua vita appartiene ora alla Montagna dove regna il silenzio e domina il Signore delle Cime. A chi rimane resta il ricordo e un grande senso di vuoto perché Salvatore Tomarchio nei familiari e nei conoscenti ed amici di vuoto ne ha lasciato tantissimo.
Giovanni Tringali